COOPERATIVE DI COMUNITÁ: CITTADINI PRODUTTORI E FRUITORI DI BENI E SERVIZI


Cooperative di Comunità: un modello di innovazione sociale

La cooperativa di comunità costituisce una nuova formula, di recentissima nascita, che arricchisce il ventaglio delle configurazioni via via date all’idea di cooperativa.

Se da un lato le Cooperative di Comunità possono essere assimilabili alle “Cooperative sociali” per l’oggetto, che si rivolge a dei bisogni sociali (in senso lato), dall’altro si distinguono da queste ultime (che si potrebbero annoverare come le penultime coniata nel movimento cooperativo e riconosciute dalla legge italiana), per due sostanziali aspetti:

– l’oggetto che si amplifica dall’ambito ristretto dei servizi socio-sanitari, a tutti quelli espressi da un territorio;
– la base sociale che, mentre nelle Cooperativa sociali è costituita dai soci-lavoratori, in quella di Comunità è composta dalla cittadinanza.

Non a caso per le Cooperative di Comunità è spesso lo stesso Comune a  fungere da aggregatore della domanda e da promotore dei soci.

Ma, superata la prima fase costitutiva, in genere il Comune si ritira e sollecita i propri cittadini ad auto-organizzarsi e a gestire democraticamente il processo avviato.

Ovviamente, si crea in questa fase uno spazio  di collaborazione tra Ente Locale (anche con altre Amministrazioni pubbliche) e la Cooperativa di Comunità, che quindi frequentemente si caratterizza come cooperativa di utenti, per la fruizione di un servizio di interesse generale.

In un secondo momento la Cooperativa di Comunità potrà estendere la propria funzione anche nell’ambito lavorativo, come cooperativa di lavoro, individuando un’area di interesse sulla quale impegnare le proprie risorse;  ma non solo, essa potrà anche partecipare ad altre intraprese, purché di utilità sociale e non profit, così da estendere i vantaggi per il proprio territorio.

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