Green Economy e impatto dell'uomo sul pianeta

Su questo quesito abbiamo intervistato Pierluigi Sassi, Presidente di Earth Day Italia, una delle più autorevoli voci nazionali per quanto riguarda la questione ambientale.

Negli ultimi mesi il coro che applaude alle sorti virtuose della Green Economy è pressochè unanime. Alcune voci critiche dicono invece che la GE è, dal punto di vista dello sviluppo economico dei prossimi anni, una bolla di sapone, o che addirittura dobbiamo aspettarci le solite lobby a beneficio dei pochi che sfruttano la situazione per massimizzare i profitti. 

Quale è il suo punto di vista e cosa secondo lei dobbiamo aspettarci in Italia nei prossimi anni?

Green Economy è un concetto molto ampio che si contrappone a quello di brown economy. Al cuore di questa rivoluzione c’è la presa di coscienza collettiva: che le risorse del Pianeta sono limitate e non infinite; che ogni azione economica (di produzione, di vendita, o di consumo) genera una pesante impronta ecologica che va adeguatamente ponderata se non vogliamo danneggiare l’ecosistema; che tutti gli elementi della nostra società sono strettamente legati tra loro e che non c’è azione dell’uno che abbia ricadute sulla vita dell’altro; che l’energia prodotta da fonti fossili sta compromettendo il clima in modo irreparabile e che se non passeremo rapidamente a fonti rinnovabili presto il Pianeta non sarà più bello e godibile come è stato fino ad oggi.

La consapevolezza globale circa l’urgenza di passare ad un’economia verde è tale da scatenare i comportamenti più vari. C’è chi si limita a dipingere di verde prodotti che non lo sono affatto. E c’è chi si impegna a rendere davvero sostenibile la propria azione economica e la propria vita.

Di certo questa grande spinta al cambiamento rappresenta un’opportunità straordinaria per ripensare l’economia verso modelli più attenti all’uomo e al suo benessere. Un’occasione per fare impresa guadagnando e creando opportunità di lavoro mentre si rende più bello il Pianeta e si regala un futuro ai nostri figli.

Personalmente sono contento quando vedo un imprenditore che guarda alla green economy come ad un’occasione per guadagnare o quando vedo un consumatore che approfitta di tanti nuovi prodotti per mangiare più sano. Credo fermamente che dobbiamo provare seriamente a far coincidere l’interesse personale con quello del Pianeta e della specie. Solo così ci convertiremo realmente alla green economy e alla sostenibilità di cui abbiamo urgentissimo bisogno. 

Capita ormai frequentemente di vedere iniziative economiche di carattere meramente speculativo mettersi un “vestito green” per acquisire un aspetto presentabile, riducendo la sensibilità alla questione ambientale a servizio di una operazione di marketing. Come riconoscere queste attività imprenditoriali da quelle che, per contro, hanno una genuina vocazione al rispetto per il pianeta e intendono porre rimedio della crisi ambientale in corso?

Il punto è esattamente questo. I mercati non hanno e non avranno mai una sensibilità ambientale o sociale. Solo gli uomini possono averla e pretenderla dal sistema.

Mi spiego meglio. Ricordate quei film in cui le macchine finivano per prendere il sopravvento sugli esseri umani? Beh quell’incubo si è avverato. Solo che a prendere il sopravvento non sono stati computer o robot, bensì un mostro meccanico a più teste fatto di mercati finanziari super speculativi che pretendono rendimenti sempre più alti in tempi sempre più brevi; di imprese sempre più schiacciate dalle stringenti esigenze degli investitori; di prodotti non più pensati per migliorare la vita delle persone ma per trasformarle in voraci consumatori; di relazioni sociali non più incentivate per dare senso alla nostra vita ma piuttosto imprigionate dentro social network per dare informazioni alle multinazionali.

È la Tecnocrazia! Un infernale girone dantesco nel quale ogni uomo finisce per essere ingranaggio di un meccanismo globale che nessuno controlla e che certo non si preoccupa della nostra felicità.

Facciamoci qualche semplice domanda:

  • come mai con il moltiplicarsi delle opportunità offerte dalla tecnologia la nostra qualità della vita non fa che peggiorare? 
  • Come mai se la Terra è l’unica fonte delle nostre risorse continuiamo a maltrattarla fino all’inverosimile? 
  • Come mai assistiamo alle migrazioni per fattori climatici di milioni di persone e non ci domandiamo mai quando toccherà a noi? 
  • Come mai sappiamo che sole 8 persone nel mondo hanno la ricchezza equivalente di 3,5 miliardi di poveri è non ci ribelliamo a questa follia?

Continuiamo tutti a pensare che il sistema sia pensante mentre in realtà è autistico come un robot. Siamo noi gli unici che possono dare umanità al sistema e finché non ce ne renderemo conto le cose potranno solo peggiorare.

Papa Francesco con Pierluigi Sassi durante la visita del pontefice al Villaggio della Terra.

Ecco allora l’importanza di informarsi e di informare chi ci circonda. L’importanza di prendere l’iniziativa con coraggio e determinazione.

Di progetti da sposare ce ne sono tanti. In Francia ad esempio i consumatori si sono organizzati e hanno creato un marchio che si chiama “chi è il padrone”. Le aziende che vogliono vendere i loro prodotti agli oltre 10 milioni di consumatori che hanno aderito al progetto devono rispettare precisi disciplinari di responsabilità sociale ed ambientale indicati dagli stessi consumatori. 

In Italia abbiamo un progetto analogo che va sotto il nome di “Vota con il Portafogli” ideato da un economista illuminato come Leonardo Becchetti. Insomma le opportunità non mancano. Dipende solo da noi.

Le recenti elezioni europee hanno messo in evidenza una forte discrepanza tra la sensibilità nei confronti dei temi ambientali emersa in Europa e il notevole disinteresse che invece si è manifestato dal risultato elettorale italiano. Che ne pensa?

Con l’affermarsi dell’economia di mercato le società occidentali hanno finito per appiattissi anche su una Cultura di Mercato. La politica che questa cultura esprime si è letteralmente venduta al mercato e invece di governarlo ne è totalmente governata. Cosa possiamo aspettarci? Niente!

Sempre per citare Becchetti basta pensare al caso italiano dove ogni anno ci danniamo l’anima per trovare qualche decina di miliardi per rispettare i parametri europei e poi ce ne infischiamo completamente dei 100miliardi di evasione fiscale, dei 100miliardi di sperpero sul gioco d’azzardo e dei 100miliardi di finanziamenti europei che ridiamo a Bruxelles perché non siamo in grado di spenderli. Nel frattempo però continuiamo a pagare interessi da capogiro ai mercati finanziari ai quali chiediamo soldi come fossimo poveri in canna. 

È semplicemente ridicolo pensare che la politica sia indipendente da una finanza alla quale consente così spudoratamente di drenare le nostre risorse. Tutto questo mentre i poveri sono diventati 5 milioni e mentre dissesto idrogeologico e cambiamenti climatici mietono sempre più vittime ogni volta che c’è un temporale.

Secondo lei i Borghi, le comunità periferiche possono rappresentare dei banchi di sperimentazione di sostenibilità ambientale in quando a buone pratiche riproducibili ed esportabili? Possono esservi nei Borghi spazi di agibilità che nei grandi centri urbani non sono possibili?

Il mondo guarda al futuro delle città e ci riempie di stimoli sulle Smart Cities, ma le cellule fondamentali della nostra civiltà non sono le città bensì i Territori. È solo nei territori che le comunità umane condividono un ecosistema con il quale entrano in sintonia considerandolo una ricchezza fondamentale.

Forse il futuro sarà nelle città, ma di certo il futuro sostenibile è nei borghi e nei loro territori. Deve essere un impegno di tutti quello di riscoprirli per la loro bellezza e per il loro valore.

Ci può dare qualche anticipazione delle attività di EarthDay Italia previste per i prossimi mesi?

Earth day si appresta a celebrare il suo 50’ compleanno. Una meta importante per un’organizzazione che aggrega oltre 50mila partner in 193 Paesi e che raggiunge ogni anno oltre un miliardo di persone. 

In Italia stiamo lavorando per tre grandi azioni: l’innovazione finanziata per accompagnare le imprese verso uno sviluppo realmente sostenibile; l’educazione ambientale per dare ai giovani la centralità che meritano in un mondo dove gli adulti sembrano aver perso il buon senso; la cultura come fattore di crescita trasversale che può ridare luce al nostro pensiero riportandolo sui giusti binari. 

Speriamo di essere utili.

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